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Fecondazione: l’età non conta più grazie alla ‘diagnosi pre-impianto’

17 Dicembre 2015

A Roma si è svolto il congresso europeo dell’infertilità

La ricerca viene in soccorso al desiderio di maternità e paternità e, oggi, con particolare efficacia. «Con le nuove tecniche di diagnosi genetica reimpianto è possibile vedere il numero dei cromosomi e il DNA dei mitocondri, quindi trasferire un solo embrione, quello che ha una maggiore vitalità e ottenere il massimo risultato – spiega il professorErmanno Greco, presidente del Congresso europeo dell’infertilità in corso a Roma e direttore del Centro di medicina e biologia della riproduzione, European Hospital di Roma – bassissima inoltre è la percentuale di aborto: solo il 10%, mentre la media è del 30%». Al Congresso di Roma si parla anche della scelta dei tessuti migliori dove trasferire gli embrioni e poi di ‘social freezing’, il congelamento degli ovociti per preservare la fertilità in donne che devono essere sottoposte a cure oncologiche. Viene presentata anche la prima fotografica della situazione italiana sulla fecondazione eterologa femminile, illustrati i rimedi naturali efficaci per difendere la fertilità dell’uomo e infine le novità del futuro: trasformare le cellule staminali in spermatozoi e ovociti. Gli specialisti riuniti in occasione del Congresso europeo